Installazione creata per la mostra “Memoria nell’arte”, realizzata nel 2016 ed esposta allo Spazio Officina del Max Museo di Chiasso.
L’opera è composta da una seduta, un poggiapiedi ed un cubo che sono stati assemblati su una base che ricorda la forma di una serratura.
L’installazione ha lo scopo di riportare l’osservatore, attraverso la relazione tra opera e uomo, a ritrovare un ricordo perduto. La nascita.
Il momento in cui la memoria di ogni persona ha origine, coincide con il primo ricordo dimenticato, dando così vita ad un paradosso.
L’idea è stata quella di far rivivere l’esperienza della nascita, attraverso un’opera immersiva dove, l’osservatore, posizionandosi su di essa, ha la possibilità di far riemergere, ipoteticamente, la memoria perduta.
L’opera infatti, con la sua seduta e la fessura posizionata nel basso del box, costringe l’osservatore ad assumere una posizione che ricorda quella fetale, ovvero rannicchiata su se stessa con le ginocchia che toccano il busto. All’interno del box, l’osservatore, vedrà l’opera di Courbet, intitolata “L’Origine du monde“ e attraverso un gioco di specchi gli apparirà il suo occhio riflesso esattamente all’interno della vagina dell’opera di Courbet.
In quell’esatto momento, in quel preciso punto, nel riflesso del proprio occhio, l’origine della memoria ha luogo, e solo in quel momento la posizione assunta prende un senso, in un risveglio di coscienza.